martedì 25 giugno 2013

Ferrari 500 Superfast coupè 1966



Mostrata al pubblico per la prima volta al Salone dell'automobile di Ginevra del 1964, è stato l’ultimo modello Ferrari costruito in serie limitatissima per clientela selezionata. Infatti, gli impianti della Casa automobilistica di Maranello si stavano sempre più convertendo alla produzione di linea. Ne furono costruiti 36 esemplari, più una 330 GT 2+2 con il design della carrozzeria della 500 Superamerica, consegnata al principe Bernardo d’Olanda. Altri acquirenti famosi di questo costoso modello (il suo prezzo era doppio rispetto ad una Rolls-Royce) furono Peter Sellers e Mohammad Reza Pahlavi. Della prima serie ne furono costruiti 25 esemplari, mentre della seconda, che apparve nel 1966, ne furono fabbricati 12 [1]. Il design della vettura derivava da quello della 400 Superamerica, ed era stato concepito da Pininfarina. Il modello possedeva ruote a raggi, anche se all’epoca la Ferrari aveva già iniziato a montare cerchioni di lega leggera. Era disponibile sia con guida a sinistra che a destra. Con quest’ultima configurazione ne furono prodotti otto esemplari [1]. La cifra “500” nella denominazione del modello richiamava la cilindrata totale del motore, che era di 5 litri, e non quella unitaria. In genere, infatti, la Ferrari denominava le sue vetture riferendosi a quest’ultima[1]. Questo propulsore era stato concepito e prodotto specificatamente per la 500 Superfast. Derivava marginalmente dai motori a “blocco lungo” progettati da Aurelio Lampredi, di cui condivideva solo la distanza tra gli assi dei cilindri. Infatti, il motore traeva soprattutto origine da quelli di Gioacchino Colombo a “blocco corto” [1].

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