martedì 25 giugno 2013

Ferrari 400 Superamerica



L’accensione era formata da due bobine e un distributore, con due spinterogeni. L’alimentazione era costituita da tre carburatori a doppio corpo di marca Weber. La lubrificazione era a carter umido, con frizione monodisco[1]. Il motore era V12 a 60°, anteriore e longitudinale. Aveva superato la concezione di “blocco lungo” ideato inizialmente da Aurelio Lampredi (ed usato sulla 410 Superamerica), ed abbracciò il progetto di Gioacchino Colombo, che prevedeva una distribuzione con singolo albero a camme in testa per bancata di cilindri, che avevano due valvole per ciascuno di essi. Il propulsore fu ingrandito, con la corsa portata a 71 mm e l’alesaggio a 77 mm. La cilindrata era di 3967,44 cc, con un rapporto di compressione di 8,8:1. La potenza erogata era di 340 CV a 7000 giri al minuto[1]. Il telaio era tubolare in acciaio ed era formato da due longheroni a sezione ovoidale che superavano l’assale posteriore, irrobustiti da crociere e da una sezione anteriore piuttosto solida[1]. Le sospensioni anteriori erano indipendenti, a braccia oscillanti e molle elicoidali con ammortizzatori telescopici su ciascuna delle ruote e barra stabilizzatrice, mentre quelle posteriori erano di tipo rigido coadiuvate da balestre longitudinali semi ellittiche, doppi puntoni laterali e molle elicoidali coassiali con ammortizzatori idraulici su ogni ruota [1]. I freni erano a disco con comando idraulico sulle ruote, mentre il freno di stazionamento agiva con un cavo sul retrotreno. Il cambio era sincronizzato a quattro rapporti, con overdrive elettrico sul rapporto superiore. Lo sterzo era a vite senza fine e settore dentato[1]. La velocità massima raggiunta dal modello era di 265 km/h [1].

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