mercoledì 26 giugno 2013

Ferrari 456



Nel 1992, la Ferrari ha bisogno di una nuova auto con cui riconfermarsi leader nel segmento delle 2+2 sportive. Infatti, da 3 anni la vecchia 412i è uscita di produzione e avversarie come la Maserati Quattroporte e la Porsche 928 imperversano. La casa di Maranello decide di affidare il disegno esterno alla Pininfarina, che aveva già disegnato praticamente tutte le Ferrari 2+2 e la stessa 412. Come per l'auto che l'aveva preceduta, la 456 GT è dotata di una linea che rappresenta uno dei più elevati esempi di Gran Turismo 2+2 e che a detta di qualcuno mal si sposa con il tipico colore rosso corsa molto diffuso su quasi tutte le Ferrari. Questa splendida ed equilibrata linea, che in parte riprende la celebre Ferrari Daytona è destinata a durare per ben 12 anni, anche grazie al disegno di Pietro Camardella[1] e alla supervisione di Lorenzo Ramaciotti[2], caratterizzato da un mix equilibrato, elegante e sportivo evocativo delle più famose GT a motore anteriore del passato, fino all'uscita di produzione della 456 M, nel 2004. Una curiosa anteprima di questa apprezzata linea compare su Quattroruote di gennaio 1992, che pronostica l'entrata in produzione della 456, senza però fornire questo nome. La vettura venne svelata alla stampa ed al pubblico in Belgio presso il Garage Francorchamps, un meritato omaggio a Jacques Swaters e presentata in colore Blue Swaters. La denominazione 456 deriva dalla cilindrata unitaria del suo motore (5.474 : 12 = 456). Il motore è il V12 da 5,4 litri (5474 cm³) da quattro valvole per cilindro, che verrà montato successivamente anche sulla 550 Maranello, e in questa prima versione eroga 442 CV e 550 Nm di coppia massima. Questo 5,4 litri ha inoltre vinto il premio per il miglior motore oltre i 4 litri. Con questo propulsore la Ferrari 456 è in grado di spingersi fino a 309,503 km/h.[3]. Il passaggio da 0 a 100 km/h invece viene compiuto in soli 5,2 secondi da entrambe le versioni.

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